ID CARD

Nome: Arya Cognome: Shaw
Età: 170 anni Razza: Licantropo Alpha
Peso: 60 kg Altezza: 172 cm
Capelli: Castani Occhi: Castani
Allineamento: Caotico Neutrale Sesso: Femminile
Divinità: Tipo di Gdr: By Chat
Nome Gdr: Genere Gdr: Urban-Fantasy
Gilda: Carica Gilda:
Mestiere: Carica Mestiere:
Clan: Carica Clan:
Party:


Descrizione Fisica

Descrizione Psicologica

Il carattere di Arya è complicato da descrivere. E’ testarda, vendicativa, a volte acida, ma ha anche un lato dolce. Cerca di non mostrare mai le sue debolezze, nascondendole dietro a uno sguardo deciso e sarcastico. A volte appare anche enigmatica. Appare anche molto menefreghista su molte cose, le uniche cose che le interessano sono le persone a lei care e il suo branco. Ostenta sicurezza nelle sue capacità, anche quando l’avversario è molto più forte di lei. E’ avventata, altezzosa, orgogliosa.

AFFETTI

??? ??? - Madre, deceduta: uccisa da lei stessa durante la prima trasformazione.
Andrew Shaw - Padre, deceduto: ucciso da lei stessa durante la prima trasformazione.
Alexis C. Easton - Amica e Beta del suo branco, presunta morta.

AMICIZIE

STORIA

Arya nacque a Londra nel 1848. Figlia di una famiglia benestante, non le fecero mai mancare nulla. Crescendo, Arya, divenne una ragazza molto bella, colta e rispettabile.Una sera, all'età di vent'anni, stava tornando a casa con la carrozza della sua famiglia, guidata da uno dei servitori. All'interno dell'abitacolo, la ragazza stava tranquilla, alcune volte si metteva a guardare fuori dal finestrino la città che le passava davanti. Adorava guardare la gente impegnata a fare qualcosa e per di più era molto curiosa della vita che facevano le persone con meno agi. I suoi genitori le avevano sempre detto che camminare da soli, per la città, era sempre un pericolo e che, ovunque andasse, doveva farsi accompagnare dalla servitù. Lei odiava questa regola. Guardando fuori con un po' di tristezza negli occhi, la ragazza con uno sbuffo si rimise con la schiena contro il sedile della carrozza, e gonfiò le guance. Fu proprio in quel momento che la carrozza ebbe uno scossone e si piegò di lato. Sbattè forte la testa e, quando si rialzò, alcune gocce di sangue le caddero sulla mano. Fece una smorfia e si alzò riuscendo con forza ad uscire dalla carrozza, ma la scena che si ritrovò davanti fu raccapricciante. Una belva di dimensioni enormi stava letteralmente banchettando con quello che una volta era uno dei servi della sua famiglia. Alla luce dei lampioni a gas, Arya riuscì a vedere l'enorme essere: sembrava un cane, ma era molto più grande. Il colore del muso era beige, ma in quel momento era imbrattato di sangue.

La creatura alzò la testa, puntando gli occhi rossi su di lei, e mostrò i denti, ringhiando. Anche loro erano sporchi di sangue. Arya era terrorizzata e solo quando vide la bestia spostarsi fece dietrofront e iniziò a scappare. Dovette sollevarsi leggermente il vestito lungo che indossava per impedirgli di finirle in mezzo ai piedi e quindi inciampare. L'essere inizò a seguirla, ringhiando e sbuffando. Sentiva i penetranti occhi rossi della creatura sulla propria nuca. Riuscì a svoltare in un vicolo, ma la creatura la raggiunse, mordendole una gamba. Arya cadde a terra e con forza scagliò un forte calcio sul muso della bestia che, con un guaito si tirò indietro, liberandola. Non poteva preoccuparsi di vedere l'entità del morso, quindi si alzò di nuovo e ricominciò a correre velocemente verso casa.

Passarono i giorni e, per quanto l'evento forse ancora nei suoi pensieri come la cosa più strana e spaventosa che avesse mai vissuto, ora c'era altro che la preoccupava: si sentiva diversa. Era più forte, i suoi sensi erano più sviluppati. Era più veloce e la sua capacità di guarigione era molto più sviluppata. Non capiva cosa le stesse accedendo, ma si sentiva addosso una leggera ansia, anche se non riuscisse a capire a cosa fosse dovuta.

Passò un mese dall'attacco di quell'essere e il suo morso era guarito già da tempo, senza lasciare segni di alcuna sorta. La sensazione di ansia, quasi di impazienza, quella sera era davvero terribilmente forte. Decise comunque di tenere questi pensieri per se, anche perchè quella sera era una serata particolare: il suo compleanno. Suo padre aveva organizzato una festa, ma sapeva che il motivo della festa era anche altro: trovarle un marito. Avevano aspettato, e non le facevano pressioni, però era quello che ogni genitore voleva. Invitarono le famiglie più rispettabili della città.

Nessuno poteva pensare che quella notte sarebbe stata la loro ultima.

La festa iniziò verso le otto. Quando iniziarono ad arrivare gli invitati, Arya e la sua famiglia erano già agghindati a dovere. Lei indossava un abito azzurro piuttosto semplice, un regalo da parte di suo padre. La serata continuò tra chiacchiere, balli e cibo. Arya stette con tutti e salutò tutti con molto entusiasmo, anche se odiava le occhiate che i ragazzi delle altre famiglie le lanciavano. Proprio mentre stava ballando con uno di loro, iniziò a sentirti davvero male. Uno strano calore si fece largo per tutto il suo corpo, mentre sentiva la pelle formicolare. Iniziò ad ansimare, mentre il suo cuore cominciava a battere più velocemente. Si aggrappò al suo cavaliere, ma la sensazione di malessere non voleva saperne di passare. Il suono del primo osso che si spezzò rimbombò per tutta la sala, facendo fermare la musica e facendo voltare tutti verso di lei. Fu sotto gli sguardi sbigottiti di tutti gli invitati che Arya iniziò la sua trasformazione. Il vestito si lacerò completamente, mentre lei cadde a terra, contorcendosi dal dolore e urlando, abbandonata dal ragazzo che stava ballando con lei.

Qualche minuto dopo, al posto della docile e gentile ragazza si trovava un enorme lupo nero dagli occhi ambrati. All'inizio sembrava stordito, ma appena mise a fuoco le persone che aveva intorno, sentendosi in trappola, confuso, ringhiò e si lanciò in avanti, mordendo e uccidendo la prima persona che le capitò a tiro. Tutti gli invitati iniziarono a urlare e scappare, mentre il lupo, sempre più disorientato dalle urla e dal fuggi-fuggi generale, continuava a mietere vittime.

La mattina dopo, Arya si ritrovò fuori casa, senza vestiti, nel bel mezzo del grande giardino della sua residenza. Lentamente aprì gli occhi e la prima cosa che percepì fu il penetrante odore del sangue. Ne era quasi totalmente ricoperta e dovette portarsi una mano a tapparsi la bocca per cercare di trattenere un conato di vomito. Piano e tremante, si alzò, iniziando a dirigersi con passi incerti verso casa. Una delle grandi vetrate su un lato dell'abitazione era in frantumi, come se qualcosa ci fosse passato in mezzo con grande forza e velocità. Quando entrò nella propria dimora, quello che vide la lasciò sconcertata. Corpi, corpi ovunque. In quella che una volta era la sala dei ricevimenti regnava il caos più assoluto. Il sangue era ovunque: sul pavimento, su alcune colonne, sui muri... Per non parlare poi delle tovaglie, vestiti, posate e bicchieri: anche loro erano tutti riversi sul pavimento, in frantumi. Spaventata provò a muovere qualche passo verso uno dei corpi più vicini, aveva la gola squarciata, ma non fu quello a far urlare e piangere Arya. Il cadavere apparteneva a suo padre, e quello della madre giaceva non molto distante con il cranio praticamente spappolato. La riconobbe solo dal bracciale che portava al polso.

[Diversi mesi dopo.]

Erano passati nove mesi. In questi nove mesi Arya era cambiata tantissimo. Scoprì di essere un Licantropo e, se inizialmente si era buttata del tutto giù, dopo un po' capì che doveva reagire e iniziare a combattere. Riuscì a trovare una comunità di essersi sovrannaturali e, tra di essi, trovò non solo degli amici, ma anche dei mentori. Le avevano insegnato a usare a suo vantaggio le sue nuove abilità, riuscendo a farle superare la paura della pardita del controllo e del sangue. Con la consapevolezza, però, arrivarono anche i problemi. Il carattere di Arya si fuse con il carattere della bestia, creando un miscuglio delle due entità.

[Quasi cento anni dopo.]

Arya aveva oramai piena consapevolezza dei suoi poteri e delle sue abilità che riuscì a sfruttare al meglio anche se continuava a essere una lupa solitaria. Non solo continuava a vivere a Londra, ma era anche un'assassina molto ricercata. Nessuno, però, riuscì mai a prenderla, essendo lei molto brava a nascondere le proprie tracce. Nella sua vita, però, per la prima volta, entrò in gioco una cosa che pensava non potesse mai capitare, soprattutto a lei: l'amore. Appena posò gli occhi su quelli dell'uomo, di un grigio che non aveva mai visto, che sembravano nascondere tanta sofferenza, ma che erano terribilmente affascinanti, fu amore a prima vista. Il tempo passato insieme veniva scandito da momenti di intensa passione, fino a fare stragi nelle strade di notte. Lui era uno sciamano/vampiro di nome Malakai, ma a lei non interessava che fosse della sua razza nemica, il suo amore andava ben oltre.

Una sera, nottetempo, lui scomparve senza lasciare traccia.

Arya ci rimase malissimo e per diverso tempo cadde in una depressione tale da perdere il controllo del lupo per diverse settimane. Gli omicidi si intensificarono, finchè Arya non attirò l'attenzione del branco locale. Era così tanto innamorata di quell'uomo che, perderlo in quel modo, per lei fu straziante e decise di farla finita, se questo significava stare meglio. Andò dall'Alpha del branco di Londra e lo sfidò in una lotta, pensando subito di farsi uccidere. Così non andò, perchè la furia che Arya dimostrò nella battaglia distrassero abbastanza l'Alpha da permettere alla ragazza di ucciderlo. Divenne lei l'Alpha e grazie a questo nuovo grado riuscì a riprendere il controllo del lupo, ma divenne anche più forte. Non rimase però con quel branco, che venne sciolto proprio da lei stessa. Continuò per qualche altro anno a uccidere gente a Londra, per puro piacere di farlo, sperando che Kai venisse attratto da quelle uccisioni e tornasse da lei, facendosi affibbiare il soprannome di BlackDog dai cittadini, in ricordo di una vecchia leggenda. 

Non tutti però sapevano che se una copiosa massa di persone credesse che qualcosa di sovrannaturale fosse vero, quello poteva apparire proprio come personificazione della leggenda. Arya venne effettivamente identificata come BlackDog che secondo la leggenda era un cane fantasma, simbolo di morte. Si raccontava che, se qualcuno sentisse il latrato del BlackDog capiva che la sua fine era vicina e che, proprio come un segugio infernale, lui potesse trovare ovunque la sua preda, facendolo così sentire braccato e in trappola. Molti, per la forte paura che provavano, avrebbero potuto avere delle visioni, allucinazioni delle loro più grande paura. Il modo di liberarsi da quella paura era mettere molta distanza dal BlackDog, oppure la morte. Arya imparò velocemente a controllare quella nuova abilità, ma la usava solo per apparire più spaventosa e minacciosa una volta trasformata in lupo, anche in modo da far avere alla preda la costante sensazione di essere inseguita, anche se magari lei aveva lasciato perdere la caccia. L'effetto durava al massimo per un'ora, poi svaniva, ma faceva sentire il respiro, i passi e la voce di Arya più forti nella testa del braccato. 


[Giorni nostri]

 

Arya era diventata molto forte, potente. Il fatto di avere alle spalle centoquarantanove anni da Licantropo e circa una cinquantina da BlackDog, le aveva conferito una certa notorietà tra le creature sovrannaturali. Un Alpha più forte di qualsiasi altro, ma oramai da qualche tempo aveva cercato di mettere la testa a posto, e smise di essere così terribilmente sanguinaria. Sentiva la necessità di legarsi a qualcosa, a qualcuno. Voleva creare un branco. 
Proprio a Londra, la ragazza adocchiò Alexis, una giovane Sifone, della congrega dei Virgo. Voleva essere sicura della sua scelta. Non ci entrò mai in contatto direttamente, ma iniziò a seguire i suoi spostamenti, e cercava di comprendere come si trovasse con la sua famiglia. Non voleva certo mordere qualcuno che poi sarebbe finita come lei, ad uccidere la sua intera famiglia a cui era legatissima. Scoprì che non si trovava bene. Avrebbe voluto avere una vita tutta sua, lontana dalla sua congrega, e fu questo a spingere Arya a morderla, per trasformarla. Il particolare potere di Alexis la fece diventare un'ibrido e la congrega, che pensava che la purezza della razza fosse tutto, la cacciò, promettendole che l'avrebbero lasciata in pace. Così Alexis si trasferì a New Orleans e Arya la seguì, rimanendo ancora nascosta e vegliando su di lei come un'angelo custode. 

Andare a New Orleans, per Arya, fu deleterio. Non si aspettava proprio di ritrovare li Malakai, lo sciamano/vampiro che anni prima l'aveva abbandonata senza lasciarle neanche una lettera o un messaggio. Ci mise alcuni giorni a riprendersi dal fatto di averlo semplicemente visto mentre svolgeva il proprio lavoro di Sceriffo della città.
Proprio durante una di quelle sere in cui era in casa a pensare a cosa avrebbe dovuto fare, Alexis fu quasi vittima di un'incidente stradale. Non si fece nulla, ma fu sul luogo dell'incidente che conobbe Malakai. Fu amore a prima vista, per entrambi. Arya non poté trattenere una leggera fitta di gelosia, anche se oramai erano passati davvero tanti anni da quando lui era andato via. L'aveva superata. O almeno lo credeva. Il legame telepatico che condivideva con Alexis fece riaffiorare quell'amore sopito che provava per Kai e uscì allo scoperto, prendendo il suo posto come Capo-fazione dei Licantropi della città di New Orleans. In molti licantropi, infine, iniziarono ad arrivare per unirsi al suo branco, per la maggior parte erano Licantropi solitari o che erano stati cacciati dai loro branchi. Arya li prese tutti sotto la sua zampa e ne fece un esercito. Un esercito che però tenne nascosto a chiunque non fosse un Licantropo, compresa Alexis. La vita a New Orleans procedette bene. Arya iniziò a lavorare per Kai nella polizia, non solo perchè così avrebbe tenuto meglio sotto controllo quello che succedeva in città, ma avrebbe passato più tempo con lui e in parte si sentiva anche più vicina ad Alexis. Il sentimento verso Malakai però cresceva sempre di più, finché Arya e Kai non ebbero una discussione, in cui una finì in lacrime e l'altro si ritrovò con un morso di Licantropo sulla spalla.
Fu in quel periodo che Arya conobbe un altro ragazzo, Noah. Lui, a differenza di Kai, era un nerd, adorava fare cose con i computer. Era molto intelligente, e ad Arya sembrava così spensierato... Venne influenzata dalla sua spensieratezza e, piano piano, si innamorò di lui, anche se non avrebbe mai smesso di provare qualcosa per Kai.

Intanto, la situazione tra la sua protetta e la sua ex-congrega si fece ancora più accesa. La sua famiglia aveva mentito. La giovane Alexis era così potente da dover diventare la prossima capo-congrega, ma era andata via in seguito al morso di Arya, così i Virgo volevano riportarla a casa, ma nello stesso tempo non potevano averla come capo non essendo più una Sifone pura, ma ibrida. In più ci stava quella leggenda... Le congreghe di Malakai e Alexis erano nemiche fin dalla notte dei tempi, un po' come Vampiri e Licantropi, e si diceva che un Virgo e un Libra avrebbero messo fine alla guerra. I Virgo volevano fermare il compimento di questa profezia, così dovevano per forza eliminare Alexis. La coppia Sifone/Licantropo e Sciamano/Vampiro ovviamente non voleva permettere a nessuno di dividerli, così tutta la città si iniziò a preparare a una guerra contro i Virgo. Arya aveva già deciso di mettere il branco a protezione di Alexis, ma un licantropo del suo branco si ribellò a delle leggi che lei aveva imposto. Amanda, il licantropo che si era ribellato, la sfido in un duello, ma Arya che in quel periodo si era terribilmente ammorbidita, abbassando tutte le difese che si era costruita intorno nel corso degli anni, si lasciò sconfiggere, permettendo così ad Amanda di diventare il nuovo Alpha. Arya però non morì e, con l'aiuto di Alexis, riuscì a farsi mettere in un sonno indotto, così da sembrare morta, ma in questo modo permise alle sue ferite di rimarginarsi.

[Un mese dopo dalla sfida contro Amanda.]

Arya esce letteralmente dalla tomba. E' tornata, ma in se non c'è nessun sentimento di vendetta. Sa che ad Alexis è successo qualcosa, non sente più il legame che un mese prima ancora condivideva con lei. E per quanto sia oramai certa di non aver più niente da fare a New Orleans, ha bisogno di sapere come stanno tutte le sue conoscenze. Vuole vedere come se la stanno passando e, se vedrà che, tutto sommato, stanno tutti bene e che in città non succede più niente di tragico, allora probabilmente può mettersi l'anima in pace e lasciarsi New Orleans alle spalle.

/!\ IN CONTINUO AGGIORNAMENTO /!\

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